CORTALE
Cortale è un paese situato nella parte più stretta della Calabria, su una collina che domina vaste pianure e suggestive vallate, con una bellissima vista aperta sui due mari, tra il Golfo di S. Eufemia e quello di Squillace. Il centro storico, nonostante il terremoto del 1783 e quello del 1905, ancora oggi è testimonianza del passato e l’antica atmosfera può essere assaporata passeggiando tra i vicoletti sovrastati da tunnel in pietra tufacea del posto o risalendo le gradinate che caratterizzano il pittoresco borgo.
Prodotti DE.Co di Cortale: Fagioli, Graffiole e seta
La storia di Cortale lunga quasi mille anni, ebbe inizio quando alcuni monaci, seguaci di San Basilio, si stanziarono intorno al 1070 nel “declivo del Carrà”, territorio molto fertile e ricco di sorgenti d’acqua e qui fondarono il Monastero dei SS. Anargiri Cosma e Damiano. L’Abbazia dei monaci Basiliani costituì il nucleo dell’origine del paese. Nel corso degli anni Cortale divenne uno dei ‘casali’ del feudo di Maida che dal 1272 al 1331 appartenne alla famiglia dei San Licet e poi a diverse casate. Nel 1795 passò ai Ruffo di San Lucido fino al 1806, anno in cui fu abolita la feudalità dalle leggi napoleoniche. Con l’istituzione dei Comuni Cortale divenne capoluogo del Circondario comprendente Jacurso, Vena e Caraffa. La parte più antica, Cortale inferiore, fu distrutta dal terremoto del 1783. Dopo tale catastrofe, che causò centinaia di morti, fu costruita Cortale superiore dove si trasferì la gran parte della popolazione. Tra i beni monumentali di grande interesse ritroviamo la Chiesa di Santa Maria Cattolica Maggiore costruita nel XVIII secolo.
Chiesa di Santa Maria Cattolica Maggiore
Al centro della piazza antistante alla chiesa c’è il monumento all’Unità d’Italiadi Andrea Cefaly, costituito da un alto basamento merlato in pietra calcarea che sorregge una statua in terracotta, simbolo della nazione italiana, rappresentata da una donna coronata da una fortezza con quattro torri merlate, recante in mano una corona fiorita, da cui il nome dialettale “donnahjuri”. Particolare è la Fontana di Donnafiori che prende il nome dall’omonimo quartiere in cui è ubicata, la cui acqua sgorga da sei cannelle ed è caratterizzata da un lavatoio posto sul retro costituito da quattro vasche. E poi ancora la Fontana delle Cinque Cannelle, costruita in mattoni rossi e la Fontana delle Tre Cannelle ornata da mascheroni in pietra. Inoltre il Lavatoio delle olive di contrada Abatia, che venne fatto edificare da D. Gregorio Pellegrini nel 1874, rappresenta una testimonianza di archeologia industriale. Si trattava di una sofisticata macchina idraulica olearia, nota localmente come “la macchina”, che consentiva di estrarre olio destinato ad uso industriale, dalle sanse esauste (nòcciolo) provenienti dai trappeti del circondario. Di notevole rilievo è anche la presenza nel tessuto urbano del centro storico di grandi palazzi, che mostrano ancora i caratteri edilizi e le tipologie di pianta e muratura dell’ottocento.
Lavatoio Fondaco-Pellegrini
La fontana di Donna Fiori
Il Comune di Cortale ha istituito il Registro De.C.O., “Denominazione Comunale di Origine”, per alcuni prodotti agroalimentari e non solo, con la finalità di sostenere e valorizzare il patrimonio delle tradizioni e delle esperienze locali. I prodotti iscritti nel registro De.C.O. sono: la seta, realizzata in modo artigianale è uno dei simboli del comune di Cortale (Cortale alla fine dell’800 apparteneva al cosiddetto triangolo della seta); i fagioli, di cui vengono coltivate ben cinque varietà; la graffiola, dolce tipico cortalese di origini molto antiche che in passato veniva identificato come il dolce dei matrimoni e che oggi viene prodotto giornalmente nei panifici presenti nel Comune.
Chiesa di Santa Maria Cattolica e la statua Donna Fiori
Testi e immagini sono tratti dalla pubblicazione “Le Terre del Sole“. Foto di Giuseppe Burdino.