CHIARAVALLE CENTRALE
La morfologia del territorio è stata determinante per Chiaravalle, fu infatti crocevia dei transiti delle merci per Serra San Bruno e verso il mare. Secondo alcune fonti Chiaravalle antica sorgeva in un luogo diverso dall’attuale: intorno al poggio denominato “Castello” ed a valle dell’attuale Convento dei Cappuccini. Gli avvenimenti e lo sviluppo urbano sono spesso stati influenzati dall’intensità dei terremoti che si sono succeduti nei secoli. Il nome latino “Claravallis” o “Claravalle” dato al luogo, lo si riscontra in un documento del 1483 che affidava il feudo al Conte Goffredo de Borges, ma si suppone esistesse già all’epoca dei Normanni.
Convento dei Cappuccini
Vista panoramica
Claravallis nel ‘400 era già famosa per le sue industrie e commerci dei lini, vi è infatti una zona nel Comune chiamata “Gurne” dove la tradizione localizza l’esistenza di vasche per la macerazione dei lini. Rimase feudo fino all’eversione della feudalità nel 1806. Successivamente il Comune venne chiamato Chiaravalle, assumendo quindi l’attuale denominazione a seguito del Regio decreto del 26 marzo 1863. La principale voce della sua economia è data dalla trasformazione dei prodotti agricoli. Le coltivazioni più rilevanti sono quelle delle olive, del grano, della patata e del castagno da frutto. Il Comune vanta una secolare tradizione culturale e religiosa, come anche un misto di fede e religiosità popolare legato a tradizioni vive e sentite. Quella di Chiaravalle è una comunità quindi, con un passato ricco di tradizioni, l’anno è infatti scandito da alcune ricorrenze assai care alla tradizione locale come ad esempio la festa di San Biagio, patrono che si celebra il 2 e 3 febbraio. Il Convento dei Padri Francescani Cappuccini è uno dei maggiori edifici religiosi presenti nel luogo, fondato da Padre Giacomo da Soverato nel 1576 circa, su richiesta della popolazione. La struttura fu fabbricata secondo la povera forma cappuccina ed è stato e rimane un Convento tra i più importanti della Provincia. Il Convento e l’annessa Chiesa intitolata al Sacro Cuore, sorgono sulla collinetta ai piedi del paese appena staccata dal centro abitato. La sua caratteristica posizione apre una suggestiva finestra panoramica sull’ampia vallata che si estende fino al mare Ionio. Al tempo della sua prima costruzione contava 17 piccole celle, successivamente venne distrutto dal terremoto del 1783, ma fu ricostruito, ristrutturato ed ampliato tanto da divenire uno dei più importanti conventi dell’Italia Meridionale. I motivi che ornano l’intera facciata in stile gotico con lo splendido rosone sono stupendi ed altrettanto belle sono le quattro finestre sorrette da due colonnine a ridosso di un artistico davanzale. Degni di rilievo il pulpito ligneo del 1904 all’interno della Chiesa del Convento e alcuni dipinti murali. Il Convento ha all’interno una preziosa biblioteca con oltre 10.000 volumi scientifico-storico-letterari e teologico-biblici, inoltre, al suo interno ritroviamo anche un singolare Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana, il quale offre una significativa testimonianza della vita, della cultura e dell’arte locale. Numerosi sono anche i palazzi nobiliari presenti nel borgo, fra cui ritroviamo Palazzo Staglianò, con un imponente portale d’ingresso con arco a tutto sesto bugnato in granito; Palazzo Pucci, risalente al 1931 che attualmente ospita l’Ufficio delle Entrate; Palazzo Gualtieri, costruito nella prima metà dell’800 con una splendida muratura in pietra e dello stesso periodo un secondo Palazzo Staglianò.
Chiesa Matrice
Portale di Palazzo Staglianò
Testi e immagini sono tratti dalla pubblicazione “Le Terre del Sole“. Foto di Giuseppe Burdino.