SAN FLORO

A due passi da Catanzaro, San Floro è un paese che per la sua posizione geografica domina la Valle del Corace regalando un paesaggio ricco di bellezze naturali ancora incontaminate dove storia, cultura e tradizioni si intrecciano. Le sue origini sono riconducibili secondo alcuni studiosi all’età preistorica e, secondo altri, all’alto Medioevo quando si registrava la presenza di monaci basiliani. Il nome del Comune riflette quello del Santo Patrono, presente in Calabria già sul finire del secolo XI. San Floro fu Casale di Squillace condividendone le sorti fino alla fine del Quattrocento, quando si formò una baronia, assegnata alla nobile casata degli Strivieri, che ne conservarono il possesso fino alla metà del XVII secolo, fatta eccezione per un periodo di reggenza da parte dei Mangione. In seguito appartenne ai Marincola. Successivamente subentrarono i Caracciolo di Gioiosa, sotto la cui signoria rimase dalla prima metà del Settecento fino all’abolizione del feudalesimo, sancita dalle leggi napoleoniche.

Panorama

Chiesa di San Nicola vescovo

Fichi di San Floro

Gravemente danneggiata dal terremoto della seconda metà del XVIII secolo, all’epoca della Repubblica partenopea fu inserita tra i Comuni del cantone di Catanzaro. Con le riforme amministrative attuate dai francesi all’inizio dell’Ottocento, il Comune fu incluso dapprima nel cosiddetto governo di Squillace e poi tra i Comuni del circondario di Borgia. Alla restaurazione borbonica seguirono la partecipazione alle lotte risorgimentali e l’annessione all’Italia unita, insieme al resto della regione. Il Comune di San Floro è un luogo ideale per villeggiare. La piazza centrale, sita nel cuore del territorio, sembra un’enorme terrazza panoramica dove la gente del posto si riunisce per socializzare. Di sera lo scenario è spettacolare: mille diamanti punteggiano il cielo ed illuminano la vallata creando un’atmosfera magica ed incantata.

Telai esposti nel museo opificio del Castello Caracciolo

A rendere ancor più magico ed incantevole il luogo la Chiesa di San Nicola ed il Castello Caracciolo giocano un ruolo importante. In quest’ultimo è presente il Museo Opificio permanente sull’arte della seta e della ceramica. Inoltre, è possibile ammirare la bellezza di alcuni palazzi nobiliari, restaurati di recente e visitare l’area naturalistica “La Pineta” che affronta la tematica della gelsi-bachicoltura. Tanti giovani cittadini del Comune sono impegnati nel recuperare le antiche tradizioni della seta e dell’agricoltura. La costanza di questi ragazzi li spinge a costruire un futuro gioioso attraverso la coltivazione e la lavorazione del fico. La comunità del fico di San Floro muove infatti con queste prospettive verso la riscoperta di una eccellenza assoluta. Un gruppo di giovani agricoltori ha già avviato una produzione significativa puntando sulla diversificazione tra prodotto fresco e prodotto essiccato. Per la linea del fresco sono state scelte la cultivar “Ficazzana”, pianta che produce fioroni che raggiungono i 200 grammi e la cultivar “Malangiana”, di colore nero con striature bianche dal gusto particolarissimo. Per la linea dell’essiccato si punta alla valorizzazione della cultivar “Dottato bianco” che, prodotta sulle colline assolate e siccitose delle estati sanfloresi, raggiunge un tenore zuccherino pari al 70% del peso. Il dottato bianco di San Floro oltre che essere di pezzatura importante è un fico “Caprificato”, quindi ricco di semi che rappresentano un piccolo scrigno di materie prime nobili fondamentali per la salute dell’organismo.

Manufatti esposto nel museo opificio del Castello Caracciolo

 

Testi e immagini sono tratti dalla pubblicazione “Le Terre del Sole“. Foto di Giuseppe Burdino.